La Logica Aristotelica è raccolta in una serie di scritti dal titolo complessivo di Organon, ossia, in greco “Strumento”. Comunque, i termini “logica” e “organon” sono posteriori. Il termine che Aristotele (383 a.c.) utilizza per designare l’oggetto dei suoi studi è analitica, per indicare che si tratta di un metodo di risoluzione del ragionamento ai suoi elementi costitutivi.
Il termine “logica” è quasi certamente di origine stoica, e possiamo intenderlo come scienza dei “logoi”, ossia, scienza dei discorsi, riferendosi al suo oggetto di studio: il pensiero espresso nei discorsi.
Il matematico e filosofo Leibniz (1646-1716), affascinato dal sistema logico elaborato da Aristotele, e dalla suddivisione aristotelica dei concetti in “categorie”, concepì fin da giovane quella che avrebbe definito la sua idea meravigliosa: creare un alfabeto speciale i cui elementi non stessero per suoni ma per concetti.
Il suo obiettivo era ormai chiaro: ridurre ogni ragionamento a una sorta di calcolo e costruire, da ultimo, una macchina capace di “calcolare” in questo senso generale. Una volta espresso un concetto in tale linguaggio, per analizzarne le proprietà sarebbe stato sufficiente dire: calcolemus!
Il matematico inglese Alan Turing (1912-1954), nell’intento di realizzare il sogno di Leibniz, tentò di comprendere quali fossero le caratteristiche del processo di soluzione di un problema. Alan Turing definì il modello di calcolo che porta il suo nome: la macchina di Turing.